Federlavoro al Forum tra le Imprese: la parola chiave è verità

  • 24/07/2020
Federlavoro al Forum tra le Imprese

ROMA – Lo scorso 14 Luglio Federlavoro (Federazione delle imprese e dei lavoratori autonomi) ha partecipato all'evento “Forum tra le Imprese”. Altissimo il profilo delle figure che hanno presenziato, in rappresentanza dei principali corpi intermedi del sistema associativo italiano, delle imprese di maggior rilevanza e del mondo professionale ed accademico ai più alti livelli.
Nel rimandare al link al piede dell'articolo per visionare il servizio dell'emittente Sabinia tv, riportiamo integralmente l'intervento del Presidente di Federlavoro, Anna Maria Domenici.

“Federlavoro - Federazione delle Imprese e dei Lavoratori Autonomi, di cui sono Presidente, è un'Associazione sindacale di categoria con oltre vent'anni di storia. Vi aderiscono le imprese organizzate in forma individuale o societaria operanti nel settori del lavoro autonomo, dell’artigianato, del commercio e dei servizi, unitamente ad altre Associazioni di imprenditori e del lavoro autonomo. Forte della rilevanza nazionale e grazie all'adesione a Conflavoro PMI, Federlavoro siede ai principali tavoli per la contrattazione collettiva nazionale.

In questo alto consesso ritengo che la parola chiave, oggi più che mai, debba essere verità.
L'emergenza ci ha posto dinnanzi ad una verità purtroppo incontrovertibile: viviamo in un sistema fragile, attaccabile, incapace di reggere a scossoni ben più lievi dello tsunami che ci ha travolto a fine febbraio. In questo nuovo mondo, che non è altro che il vecchio mondo senza più veli, trucco e belletto, non c'è più spazio né tempo per la vecchia politica.

Basta proclami, simposi, passerelle, annunci, operazioni di facciata, logiche attendiste che generano false speranze e un immobilismo mortale per chi lavora. Ogni giorno che passa senza una direttrice chiara e netta, un'impresa muore. Ogni giorno che passa senza certezza del diritto, senza un sistema giudiziario equo, senza un saldo contratto sociale, senza un sistema tributario corretto, un'impresa muore. Ogni giorno che passa senza liquidità, senza prospettive, senza lavoro, l'Italia muore.
Perché senza lavoro si muore, e senza impresa non c'è lavoro e non c'è Italia.

Noi chiediamo che lo Stato metta, una buona volta e con azioni concrete e immediate, l'impresa al centro del proprio pensiero di sviluppo e di ricostruzione. Noi chiediamo che chi lavora non debba fare lo slalom tra norme antimpresa, una burocrazia carnivora e divorante, un erario famelico e iniquo e un percorso ad ostacoli dove un giocatore chiave – lo Stato – cambia le carte in tavola a giochi aperti e non rispetta le regole che lui stesso ha dettato.

Ciò che chiediamo richiede coraggio, ne siamo consapevoli: il coraggio di sfruttare la resilienza, la flessibilità, l'ondata di energia rigenerante che questa emergenza ci ha paradossalmente offerto per cambiare ciò che da sempre in Italia non funziona. Le aree di intervento più urgenti riguardano il sistema tributario (che necessita di semplificazione, ma anche di una riformulazione delle aliquote per scaglioni di reddito e di sconti e dilazionamenti per chi ha debiti verso lo stato) e una proroga del sistema di ammortizzatori sociali e del divieto di licenziamento fino alla fine del 2020.

Concludo con una riflessione che avrete già sentito in mille salse motivazionali e che tuttavia in questo alto consesso assume a mio avviso una connotazione concreta, vigorosa, proattiva.
La parola crisi in cinese si scrive con due caratteri: il primo rappresenta il pericolo, il secondo l’opportunità. Questa emergenza ha mostrato immediatamente i morsi del pericolo, obbligando le imprese a riscoprire risorse creative e autentiche, ad esercitare flessibilità e resilienza, a mettere il turbo al dipartimento strategico, a svecchiare le sovrastrutture, a dare spazio alle idee, a riorganizzare le aree più ingessate, ad abbattere totem finora ritenuti insormontabili. Le imprese hanno avuto forza, energia, coraggio. Le imprese hanno fatto, stanno facendo e faranno ancora la loro parte. Chiediamo che lo Stato abbia lo stesso coraggio, che colga questa occasione per operare delle riforme strutturali importanti e non più procrastinabili, che aiuti le imprese a far pendere la bilancia della crisi dal lato dell'opportunità”.

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