Coronavirus, imprese ed economia: il pensiero di Federlavoro

  • 02/03/2020

#coronaviruseconomy è ormai l'ashtag più gettonato. Il Covid-19 comincia infatti a spaventare quasi di più per lo spettro della recessione che per il grave rischio sanitario che porta con sé. Secondo il Fondo Monetario Internazionale e l'agenzia Moody’s, se il virus diventerà pandemia è probabile ipotizzare una recessione globale - con la fragile economia italiana più a rischio delle altre, e non solo perché le Regioni più colpite sono le più produttive, ma anche per il ridotto spazio di manovra monetaria e fiscale concesso al nostro paese. Ma cosa sta facendo il Governo Conte? Lo abbiamo chiesto a Romeo Fascina, Presidente di Federlavoro - Federazione delle Imprese e dei Lavoratori Autonomi - che ha le idee ben chiare su ciò che servirebbe fare (e non è stato fatto) e su ciò che è stato fatto (e che, probabilmente, a poco servirà).


I Governatori delle Regioni più colpite, che producono metà del Pil italiano, hanno aspramente criticato le misure del Governo, non ritenute sufficienti. Cosa pensa Federlavoro?

“Le misure finora messe in campo a favore di famiglie ed imprese sono senza dubbio utili, ma rappresentano un pannicello caldo rispetto alle reali esigenze, soprattutto delle imprese, e soprattutto in un quadro evolutivo così fluido. Bene sicuramente la sospensione del pagamento di utenze, Rca, sanzioni amministrative per le imprese e contributi previdenziali e assistenziali e assicurativi nelle zone rosse. Lo stop a versamenti e cartelle nei comuni della zona rossa nasconde però una spiacevole sorpresa: le tasse non corrisposte dal 21 febbraio al 31 marzo 2020 dovranno essere infatti saldate, con tutti gli arretrati, entro la fine di Aprile. È chiaro che, in assenza di entrate e con una situazione sanitaria così incerta, questa misura potrebbe rivelarsi un autogol”.

E le altre misure messe in campo?

“Tutto è utile in una situazione di emergenza, per carità, ma certamente non è sufficiente: mi riferisco all'indennità mensile di 500 euro per gli autonomi, alla cassa integrazione in deroga per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (limitata ai fondi residui di cui le Regioni già dispongono), alla sospensione dei contributi nel settore turistico e al rifinanziamento del fondo di garanzia per le Pmi dei comuni più colpiti. Interessante l'incoraggiamento dello Smart working nella PA: una buona pratica non solo sanitaria, ma anche in termini di impatto ambientale e di organizzazione del ménage domestico delle famiglie, soprattutto per le lavoratrici madri”.

Il governo sta lavorando ad un maxi-decreto d’emergenza che richiederà il via libera del Parlamento. Si parla di sostegni all’export, sblocco immediato e cantierizzazione degli investimenti, crediti d’imposta e liquidità per le imprese con uno sblocco di risorse in deficit fino a 4 miliardi ...

“Vedremo i contenuti di questo decreto e come sarà votato, visto che ogni richiesta di finanza aggiuntiva impone nuovo deficit pubblico e servono larghe intese interne, ma anche il consenso di un'Europa non sempre solidale. Noi comunque abbiamo le idee molto chiare per proteggere le categorie più colpite, come gli autonomi: artigiani, professionisti e commercianti che dimostrino un calo di fatturato dovrebbero poter attingere ad un fondo specifico, magari finanziato dall'Ue. Imprescindibile, poi, un credito d’imposta per le micro imprese, dimensionato sulla base del differenziale negativo di ricavi (la media delle dichiarazioni 2018-2020 potrebbe essere una corretta base di calcolo). Inoltre, urge un calmiere sui prezzi di beni di larga richiesta (es. igienizzanti o mascherine) che oggi rappresentano dei veri dispositivi di sicurezza per i lavoratori e quindi meritano degli sgravi”.

Appunto, i lavoratori. Che altro si può fare?

“E' essenziale il congelamento immediato delle procedure contributive Inps, Inail, Irpef e Irap per autonomi, ma anche imprese e lavoratori dipendenti. E poi: cassa integrazione con procedura semplificata per le aziende chiuse per quarantena; stop all’inadempienza contrattuale (quindi ai contenziosi) per i soggetti impossibilitati a concludere la prestazione per via dell’emergenza; sgravio dei primi tre giorni di malattia per i lavoratori contagiati, stop ai mutui e slittamento della Rottamazione Ter. Tutte misure che sono state richieste al Governo da Federlavoro per il tramite di Conflavoro Pmi”.

Il coronavirus ha anche riscritto il calendario fiscale: i termini del 730 slittano al 30 settembre...

“Le imprese potranno tirare un po' il fiato, avendo – di fatto – qualche tempo in più per gli adempimenti fiscali. Bene che il decreto stia stato esteso a tutta l’Italia, concedendo anche ai professionisti più tempo per inviare all’Agenzia dell'Entrate i dati per il precompilato: redditi dei lavoratori, oneri detraibili, etc. Il modello della dichiarazione dei redditi precompilata sarà a disposizione dal 5 maggio sul sito dell'Agenzia. I contribuenti avranno poi tempo fino al 31 marzo 2020 per inviare la Certificazione Unica. Nessun ritardo però per i rimborsi in busta paga.”

Come si muoverà Federlavoro?

Con il consueto approccio propositivo e costruttivo, Federlavoro vigilerà attentamente sulle nuove misure che verranno adottate dal Governo al fianco delle imprese e dell'economia italiana.

 



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