Chi lavora non ha colpa: Federlavoro contesta il DPCM 24/10

  • 27/10/2020

Federlavoro sul DPCM 24/10: per ridurre le occasioni di contagio servono più controlli sugli avventori, non chiusure di locali che hanno già adottato tutte le misure di sicurezza previste. Promettere ristori non basta, perché con questa logica verrà meno il mercato.

E' stato pubblicato il DPCM datato 24 Ottobre 2020, che resterà in vigore dal 26/10 al 24 Novembre prossimo. In estrema sintesi, le novità, illustrate anche dal Presidente Conte in conferenza stampa, sono: coprifuoco alle 18 per diverse tipologie di esercizi (ristorazione, locali notturni, bar, gelaterie etc); chiusura di palestre, piscine, cinema e teatri; possibile interdizione all'accesso a piazze e luoghi di aggregazione e (se non un vero divieto, comunque) una calda raccomandazione di limitare gli spostamenti a motivi di lavoro, studio, salute e necessità.

“Questo DPCM, che segue a cortissimo raggio quello del 18 Ottobre, tenta nella sostanza di minimizzare le occasioni di assembramento” - commenta Anna Maria Domenici, Presidente di Federlavoro, Federazione delle Imprese e dei Lavoratori Autonomi. “Ma non lo fa sanzionando chi trasgredisce le regole o moltiplicando i controlli sugli avventori, né potenziando i sistemi di pubblico trasporto o pensando strategie di tutela dei soggetti più a rischio: al contrario, e per l'ennesima volta, il DPCM lo fa stigmatizzando i lavoratori ritenuti 'inessenziali'. Categorie già peraltro ampiamente colpite e che hanno sborsato somme ingenti per adeguarsi ai protocolli. Allora delle due l'una: o le misure imposte a ristorazione, entertainment, sport e cultura erano inadeguate a monte, oppure ci si contagia fuori dai locali, non dentro”.

Sulla stessa linea le considerazioni di Bertino Trolese, Segretario Generale di Federlavoro Nazionale: “in assenza di inoppugnabili evidenze che dimostrino che queste categorie siano veicoli privilegiati di contagio (la scuola – dove si operano monitoraggi quotidiani - sembra dimostrare proprio il contrario), la responsabilità non può essere scaricata su chi lavora. La promessa di immediati ristori economici (tutti poi da vedere nella forma e soprattutto nella sostanza) non è la strada da percorrere. Perché se questo DPCM è solo il secondo atto di un copione già visto che tenderà ad un progressivo inasprimento delle restrizioni, anche se e quando questa pandemia cesserà gli avventori saranno impauriti e impoveriti: mancherà in sostanza il mercato, o non avrà più capacità di spesa. Quindi la nostra istanza al Governo è: moltiplicate i controlli, ma fate lavorare il paese perché se proseguiamo con questa logica, sarà il mercato stesso a venire meno”.



Le ultime novità

VEDI ELENCO COMPLETO

Login Utenti