Federlavoro boccia la manovra fiscale: nessun sostegno alle imprese

  • 14/11/2019

E' negativo il giudizio di Federlavoro, Federazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, sul disegno di legge n. 1586 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022), attualmente in itinere in Parlamento. Per far ripartire il paese servono una riforma strutturale e maggiori incentivi alle imprese.

Federlavoro dice no al disegno di manovra finanziaria attualmente in itinere in Parlamento.
Per quanto è dato sapere, dal momento che le non poche osservazioni eccepite dal mondo associativo e sindacale sono (ed è un bene) continuo oggetto di ritocchi del testo originario, la manovra pare assolutamente inadeguata alle necessità di sviluppo del paese ed in particolare al mondo delle imprese, che avrebbe bisogno di incentivi e politiche strutturali di ben più ampio respiro”- dichiara Bertino Trolese, Segretario Generale di Federlavoro.

Il primo rilievo – prosegue Trolese - è che, ad eccezione della sterilizzazione dell'IVA e del bonus per il cuneo fiscale, manca una visione programmatica complessiva di investimenti e di sostegno alle imprese, traducendosi di fatto l'intera manovra in un nuovo cumulo di tasse, il cui reale carico è peraltro ad oggi difficilmente quantificabile, mutando continuamente la base di partenza per ogni simulazione di calcolo. Una maggiore imposizione che non risparmia neanche le partite IVA e i lavoratori autonomi.

La stessa scelta delle imposte non pare tenere nella dovuta considerazione le conseguenze a cascata sui comparti produttivi sulle quali esse potrebbero incidere: “la plastic tax che, seppur condivisibile in linea di principio, potrebbe mettere in ginocchio l'intera filiera produttiva, particolarmente radicata in Emilia Romagna. Lo stesso si potrebbe affermare della sugar tax, applicata in modo lineare su tutte le bevande dolci. La difesa dell'ambiente, la lotta all'obesità o alla dipendenza da gioco andrebbero affrontate in modo sistemico” - prosegue il Segretario Generale di Federlavoro.

Le imposte sulle auto aziendali, poi, che colpiscono in un colpo solo le imprese, i lavoratori che usufruiscono del bonus (cala il fringe benefit) e l'intero comparto produttivo dell'automotive, chiudono il cerchio di una manovra frettolosa e volta essenzialmente a “fare cassa”. Per non parlare della complessità: semplificazione e sburocratizzazione sarebbero un toccasana per imprese e privati cittadini, ma nessun Governo riesce a porre in essere delle serie politiche in tal senso.

Il commento dell'Europa è impietoso – ricorda Trolese: “con questa manovra saliranno deficit e debito pubblico e il PIL resterà fermo. Del resto affidare alla lotta all'evasione un recupero di entrate per ben 7 miliardi di euro è azzardato. In sostanza manca una visione di futuro – essenziale invece per chi fa impresa e deve progettare investimenti su un arco temporale di almeno 5 anni”.

L'operazione di cosmesi e rettifica in Parlamento, seppur lodevole, ritoccherà forse le aliquote (nei limiti comunque di una non semplice quadratura dei conti) ma non l'impostazione della riforma: “Federlavoro, assieme a Conflavoro, presenterà dunque al Ministero per lo Sviluppo Economico queste ed altre osservazioni. Anche se i tempi tecnici, anche per le pressioni europee, sono agli sgoccioli, faremo sentire la nostra voce forte e chiara”- conclude Bertino Trolese.



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