Federlavoro: il pronto soccorso dell'Italia che lavora

  • 03/04/2020

“Noi siamo il pronto soccorso, la farmacia e lo psicologo delle imprese associate” - ho sentito dire da qualche Presidente territoriale. E lo condivido. In un periodo così imprevedibile e convulso, dove qualunque certezza crolla e si dice tutto e il contrario di tutto in una folle corsa contro il tempo, le strutture territoriali di Federlavoro si mostrano essenziali per la tenuta del sistema paese.

Ora più che mai è necessario mantenere nervi saldi e massima disponibilità e flessibilità, nonostante i mille interrogativi irrisolti, nonostante il timore di non poter dare risposte adeguate e nonostante una burocrazia che, anche in emergenza, non cessa di mostrare le sue falle e la sua vorace inadeguatezza. Perché se è inutile gridare allo scandalo di Enti Regionali e piattaforme informatiche inadatte allo scopo (il sito dell'INPS ha sempre ceduto ai picchi, figuriamoci in piena pandemia), però non possiamo finire come quel paese che, minacciato da uno stato minuscolo, dovette soccombere perché non trovava il timbro per dichiarargli guerra...

La primissima battaglia di Federlavoro, quindi, e su tutti i tavoli possibili, è - e sarà anche alla fine dell'emergenza – la sburocratizzazione del paese e l'alleggerimento di chi lavora da inutili e dannosi orpelli. Alla fine di questa pandemia, ci dovrà essere spazio solo per lavorare e per ricostruire, e non sarà un'impresa affatto semplice.

Ed ecco il secondo compito a cui è chiamata Federlavoro, e segnatamente le sue strutture territoriali: aiutare le realtà associate a immaginare un “dopo”. Perché se è vero che oggi siamo il pronto soccorso delle imprese, domani dovremo essere progettisti, spalla consulenziale, mente creativa al servizio della messa in pratica di qualunque idea di ricostruzione e di ripresa.

Siamo consapevoli che ci attendono tempi durissimi, ma il nostro compito è assistere le imprese a far ripartire il paese, a dare fiducia ai lavoratori e a garantire un futuro alle nuove generazioni: i giovani ci guardano e si aspettano uno scatto decisivo da parte nostra.

Fiduciosa di trovarvi in piena salute e pronti a combattere questa battaglia con tutte le armi di cui possiamo disporre, vi sintetizzo le istanze cardine che intendiamo veicolare sui tavoli ai quali sediamo, consapevoli che il Decreto Cura Italia rappresenti solo un primissimo passo per immaginare una ripartenza.

 

In estrema sintesi, chiediamo al Governo degli interventi urgenti da inserire nell'annunciato Decreto di Aprile su questi punti-chiave:

  •  urgente sostegno alla liquidità per le imprese (sia come moratoria fiscale, sia come impulso all’erogazione del credito e al riconoscimento di COVID-19 come “causa di forza maggiore”);
  • migliore difesa del lavoro (dipendente e autonomo): universalizzazione della Cassa integrazione, del Fondo di integrazione salariale, delle indennità per autonomi e professionisti;
  • un piano ad ampio spettro di semplificazioni e proroghe, che consenta a chi lavora di ossigenarsi e ai consulenti di studiare e metabolizzare le disposizioni che si susseguono vorticosamente.
  • Qualunque osservazione concorrerà all’arricchimento delle nostre proposte: vi chiedo quindi la massima condivisione e trasparenza e colgo l'occasione per abbracciarvi tutti, da lontano.

 


Anna Maria Domenici, Consigliere Federlavoro nazionale



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